Allora, ecco una piccola sintesi: 1. ti devi divertire, la vita è bella! Tu sei più filosofa di molti filosofi!
2. in Aristotele la retorica è l'arte di rendere verosimile la verità, cioè la retorica ha per fine non il persuadere ma la ricerca e individuazione dei mezzi che servono a persuadere, dei mezzi di persuasione. E gli strumenti per persuadere vengono ricavati dalle cose stesse, cioè per esempio si utilizzano fatti accaduti per suscitare emozioni, passioni in colui che ascolta secondo la sua sensibilità. Gli strumenti principali che si devono usare nella retorica sono l'ethos, cioè il carattere del retore, la sua immagine pubblica, il modo in cui appare davanti al pubblico o all'ascoltatore, il pathos, cioè le passioni da suscitare secondo la natura dell'ascoltatore, le emozioni che scaturiscono dal discorso, e il logos, cioè la coerenza logica dell'argomentazione razionale, la razionalità stessa del discorso. La retorica quindi si serve dell'ethos e del pathos, strettamente legati tra loro, e del logos che organizza la struttura razionale, la coerenza logica del disorso persuasivo. L'elemento fondamentale all'inizio è l'ethos: esso deve essere curato bene perchè l'immagine iniziale è importante, Aristotele specifica anche tre elementi necessari per un ethos efficace: aretè, fronesis ed eunoia come "profilo" credibile, virtuoso, "saggezza pratica"- buon senso, realismo, "benevolenza" nel senso di buona volontà come apertura mentale, disponibilità a capire e a farsi capire. Aristotele, che genialmente spiega questo e molto altro, dimostra anche che la retorica nelle mani di un imbecille o di un mal intenzionato più è perfetta più è dannosa e pericolosa, per l'imbecille stesso e per tutti, perchè sarà usata per devastare la vita sociale e comune, asservita a vizi e capricci contro natura e inutili. Infatti, Aristotele contesta la retorica come mero strumento di persuasione svincolato da ogni principio e verità, anche perchè la virtù della giustizia e la contemplazione della verità sono per lui la vera aspirazione di ogni uomo, a cui per natura razionale tutti tendono, ma liberamente, perciò alcuni viziosi e corrotti possono rinnegare la propria natura come fossero bestie (nel senso tecnico di rinnegamento della propria ragionevolezza e razionalità, coerente con la loro natura intellettuale specifica dell'uomo).
Al contrario il pathos risulta fondamentale soltanto alla fine del discorso persuasivo, dell'azione del buon retore, o oratore, perchè le passioni e le emozioni devono nascere gradualmente nel corso del discorso per consentire magari il cambiamento di alcune idee, forse inesatte o false, presenti nella mente dell'ascoltatore e che il retore vuol far abbandonare.
3. citiamo il mio amico e collega, con cui abbiamo discusso questo che direi è anche un suo argomento di studio e insegnamento: prof. Rafael Jimenez Catano
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