Hanno torto entrambi, confusi da mezze verità, comode quanto sostanzialmente fasulle: per Hobbes l'uomo è di principio egoistico per natura, mentre è vero solo che l'uomo ha una inclinazione ai vizi, come dicono i cristiani e i sapienti tutti, pur essendo buono per natura (al contrario di quanto dice Hobbes; inoltre l'uomo è dotato di libero arbitrio rispetto alle sue inclinazioni); per Rousseau, da cui deriva il mito del buon selvaggio, l'uomo è per natura buono del tutto, mentre l'uomo ha una inclinazione al male, al vizio, che Rousseau non ammette pur colpevolizzando la società (e poi il male se non esiste nelle persone come potrebbe esistere nella società? Insomma Rousseau si contraddice in un irenismo, e in un naturalismo tanto falso quanto comodo - si giustificherebbe ogni vizio tanto il male non c'è, sarebbe solo convenzione sociale...eh eh troppo comodo, cari miei!!!).
Inutile nasconderci dietro filosofanti e teorizzatori di stati assoluti, come Hobbes, o dietro naturalismi spontaneistici fantasiosi, alla Rousseau, con rispetto parlando, per nascondere a noi stessi la semplice realtà:
1. la natura umana è buona, ma debole e inclinata al vizio, quanto alla realtà fattuale, perciò per essere buoni davvero ci vuole sincerità e impegno! E, senza l'ausilio di Dio o comunque del divino, l'uomo non riesce a vivere pienamente e bene -io penso.
2. L'uomo è libero, liberamente aderisce con la volontà al bene o al male nelle sue azioni, si autodetermina quanto al fine, cui pure per natura è destinato...ma...
(continua) ciao ciao ciao buona domenica a tutte|i da Riccardo
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