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venerdì 6 febbraio 2009

caso ELUANA

Caro Presidente della Repubblica, fermi l'assassinio di Eluana, firmi il decreto legge.


Eluana Englaro è viva.

Ha subito un incidente che l’ha resa disabile, ma la comunità umana non l’ha abbandonata.

Da 17 anni è stata curata, accudita, amata. Indipendentemente dal fatto se si riprenderà o risveglierà.

Ma alcuni giudici hanno deciso che lei debba morire.

Non ha commesso nessun reato.

La sua unica colpa è che forse un giorno ha detto che non avrebbe voluto vivere come disabile.

Per quanto incerto e labile, questo pensiero, secondo i giudici, è sufficiente per farla morire.

Così è stata presa, in modo furtivo, durante la notte e portata in un luogo ad Udine, dove gli verrà sospesa la nutrizione e l’idratazione.

Andrà incontro ad una agonia lunga, straziante, crudele.

Mi chiedo, ma dove stanno quei movimenti che per tanti anni hanno chiesto la fine delle condanne a morte?.

E dove stanno quei movimenti che si battono da sempre contro la tortura?

Eluana Englaro verrà torturata e poi morirà.

E c’è qualcuno che dice che questo è un atto di carità e di libertà.

La storia di Eluana Englaro minaccia la nostra civiltà.

Permettere che venga uccisa per fame e per sete significa offendere mortalmente la dignità umana e sprofondare nella barbarie.

Riccardo Fenizia....mille di queste lettere

5 commenti:

Aret Berator ha detto...

E' vero. E' una cosa terribile, che vergogna...

rik ha detto...

se vuoi ho firmato un appello a Napolitano per bloccare la morte per fame di Eluana....su www.appellonapolitano.enter.it

rik ha detto...

www.appelloanapolitano.enter.it

Aret Berator ha detto...

Sì, ho firmato anch'io. Purtroppo è stato inutile...

rik ha detto...

carissimo Ettore, non è mai inutile versare il sangue per grandi ideali!!! La lotta continua finchè c'è vita e respiro, la difesa dei valori termina oltre questa vita, anzi dopo sarà ancor più fiduciosa. La guerra è vinta in partenza ma le battaglie apparentemente si perdono per maggior scorno dell'avversario....ciao da Riccardo