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lunedì 27 ottobre 2008

sulla felicità (grazie a Gabriella)

Qual è la fonte della felicità? Se vi è desiderio allora vi è la fonte e l'origine del desiderio, così avviene in natura (il cibo sazia la fame, l'acqua sazia la sete etc). Quindi chi ha messo il desiderio esiste ed è lì che troviamo l'appagamento del desiderio. Ma se lo cerchiamo fuori di noi nelle cose create non lo troveremo...

La felicità la consegue chi non la cerca (paradosso),

infatti essa è la risonanza anche sul piano del benessere psicologico di una vita virtuosa: essa è un dono gradito, non esigito nè perseguito.

La felicità è "delectatio in felicitate alterius", richiede la libertà di spirito, la libertà interiore.

La felicità consegue ed è un "dare senza perdere".

"La porta della felicità si apre verso l'esterno" (Kierkegaard).

"Honestum dicitur quod per se desideratur", ciò che è onesto, ciò che è buono è di per sè desiderabile.

Conseguire la felicità in ogni istante richiede distacco, sereno non masochistico, dai beni materiali e dai beni spirituali egoistici o vissuti egoisticamente; questo "doloroso" distacco crea l'apertura alla gioia che può essere riversata in noi dalla Fonte dell'essere e della vita, che è lo stesso Dio vivo da cui tutto dipende radicalmente. Distacco da tutto per possedere Tutto, Colui che è, Ipsum Esse Subsistens viene anche chiamato, chiamalo come credi ma spero di essermi spiegato.

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