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mercoledì 27 agosto 2008

non vorrei fare politica in questa sede, ma oggi pare essere tornati al periodo nazista. Quindi non voglio tacere per non essere complice

sono allarmato da queste notizie -la democrazia veramente è in pericolo, credo- , discutiamone e informiamoci, indipendentemente dal credo politico: tratto dal sito del Senatore Paolo Guzzanti (http://www.paologuzzanti.it/) , che ha attraversato vari scenari nella sua vita- l'articolo è del Senatore così come risulta sul suo sito-

IL GIORNALE (bozza non corretta)
E’ ora di dire no a Putin, per il bene della pace e per il bene della Russia, se è vero come è vero che la sorte della Russia sta a cuore a tutta la gente libera che ha gioito della fine dell’Unione Sovietica e del comunismo che viene dal fredda. Il problema è che Putin (il presidente Medevedev, un giovanotto sportivo, è un suo uomo) non ha gioito affatto per la fine dell’Unione Sovietica e la rivuole indietro. Questa la sostanza. E rivuole un mondo che abbia timore, più che rispetto per il fantasma dell’Urss. E, quel che è peggio, il governo – siamo onestamente tentati di chiamarlo regime – alimenta in questi mesi e questi anni (dalla seconda guerra cecena scatenata dopo ambigui attentati) una febbre di guerra fra i russi che sono descritti in tutte le corrispondenze giornalistiche come invasati, si sentono sul carro armato, rivogliono essere – ecco la parola – una “superpotenza” e non soltanto una potenza.Io ho sbattuto il muso contro il nuovo bonapartismo russo quando credevo, presiedendo la commissione Mitrokhin, che Putin, grande fraterno amico (quasi un cugino) del presidente Berlusconi si comportasse come il presidente di un governo democratico che si è finalmente liberato dalla dittatura non soltanto comunista, ma del KGB. Errore: Putin chiarì che lui e i suoi “sono” il KGB (che oggi si chiama formalmente FSB per l’interno e SVR per l’estero, ma tutti ovunque nel mondo seguitano a chiamarlo KGB). Arruolai allora segretamente, attraverso i buoni uffici dei grandi fuggiaschi russi di Londra (e non le “spie”, ma intellettuali di livello mondiale come Vladimir Bukovsky) un giovane eroe fin troppo puro come Alexander Litvinenko e qualcuno venne da Mosca per avvelenarlo il primo novembre del 2006. Morì fra atroci dolori il 23 di quel mese. Nel marzo successivo la Procura britannica della Corona accusò l’ex tenente colonnello del KGB Andrei Lugovoi di essere l’assassino e ne chiese l’estradizione a Mosca. La reazione di Putin fu pazzesca e incredibile, quasi interamente oscurata sulla sola stampa italiana e le sue televisioni: il presidente russo fece tirar fuori dagli hangar gli arruginiti bombarideri atomici Tupolev che giacevano negli hangar dal 1991 e li fece levare in volo verso lo spazio aereo inglese. Tony Blair, che aveva avuto una cotta per Putin così come il presidente George W. Bush (“Ho visto nei suoi occhi la luce dell’onestà”) si infuriò come una belva e fece levare in volo i caccia britannici Typhoon. Così nel 2007 la Russia ha iniziato unilateralmente la seconda guerra fredda che è piuttosto una guerra egemonica per il controllo energetico e in definitiva militare ed economico dell’Europa. Il successore di Tony Blairl, il primo ministro Gordon Brown, ha ringhiato contro i russi anche all’ultimo G8 di Tokyo. Gli americani si sono preoccupati e hanno cominciato ad esercitare pressioni sul governo di Mosca, inutilmente. Quando la Polonia ha chiesto e dopo molti tentennamenti ottenuto la firma per uno scudo spaziale di difesa dai missili, il governo di Mosca ha annunciato la teoria del diritto del primo colpo nucleare: se la Russia ritiene (“ritiene”!) di essere minacciata nei suoi interessi, ha diritto a colpire per prima con armi atomiche. Nell’estate del 2006, tre mesi prima che i killer andassero ad assassinare Litvinenko, Putin fece approvare dalla Duma una legge che autorizza legalmente il Presidente ad ordinare la soppressione fisica all’estero di chiunque sia ritenuto “nemico” della Federazione Russa.Quando presiedevo la Commissione che indagava sul KGB avevo rapporti istituzionali con il Sismi e mi furono mostrate, con costernazione e preoccupazione, decine di fotografie di agenti “illegali” russi in Italia e in Europa: dopo la fine della guerra fredda, tutte le democrazie hanno agenti di intelligence all’estero, ma nessuno tranne i russi ha più agenti illegali che, secondo Litvinenko, usano connessioni con la criminalità organizzata per compiere azioni di ogni genere.Berlusconi mi disse una volta che il suo lavoro su Putin aveva lo scopo di trattenere la Russia legata all’Occidente e non farla scivolare verso Oriente. Ebbene, esattamente un anno fa, alla fine d’agosto del 2007, si svolsero delle gigantesche manovre militari congiunte tra forze armate russe e cinesi, con aviazione, artiglieria, mezzi corazzati impegnati in una improbabile operazione “antiterrorismo”.La crisi della Georgia è stata accuratamente preparata da almeno tre anni, quanti ne sono serviti per costruire una serie di gigantesche strutture, tunnel e sistemi viari, destinati all’invasione. L’operazione era stata programmata per aprile e poi rinviata ad agosto. Si può rimproverare il presidente Saakashvili di essere caduto nella trappola quando i cosiddetti osseti del sud hanno aperto il fuoco con i mortali. L’invasione di uno Stato sovrano è stata consumata sotto gli occhi del mondo e il ritiro in accordo con i famosi “sei punti” di Sarkozy non è mai avvenuto. Al massimo, i soldati russi si mettono una fascia blu sul braccio con la scritta MS che sta per peacekeeper. Sono arbitri e giocatori, occupanti e giudici. Il gasdotto già esistente in Georgia e che fa concorrenza a Gazprom, è di fatto liquidato. Il grande gasdotto che dovrebbe bypassare la Russia e portare energia alternativa a quella russa, ce lo possiamo scordare.Intanto la Russia ha sbattuto ieri l’altro la porta in faccia alla Nato. Ha sbattuto la porta in faccia al Wto, senza il quale non può svilupparsi. Ormai tutti ornano a parlare del “G7” anziché del “G8” che vuol dire G7 più Russia. La Russia si è isolata rispetto al resto del mondo, e dà prova di bullismo, di militarismo, di disprezzo per le regole della convivenza internazionale, dando sempre la colpa agli altri. Come se non bastasse, provvede da anni tecnologia militare (missili e sistemi antimissile) al’Iran, che li smista agli Hezbollah, alla Siria (che ha salutato il ritorno del nuovo “sovietismo” chiedendo armi a Mosca), nonché al peggior nemico americano degli Stati Uniti, il venezuelano Chavez che riceve armamento leggero, elicotteri e ha annunciato di prendere il considerazione il ripristino di basi aeree militari a Cuba. Questo “prima” della Georgia, la cui invasione è stata giustificata con l’accusa agli occidentali di voler accerchiare la Russia.Il risultato è che oggi Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina e Gorgia stanno dando vita ad una nuova confederazione di Stati che chiedono all’America una stretta alleanza e protezione militare, al di là dell’obsoleta Nato.Il rischio di un fronte di protezione antirusso da parte degli ex schiavi dell’Urss è già reale. L’isolamento russo è una scelta russa. Il bullismo continua.Che può fare l’Italia? Molto. Molto può fare Berlusconi dicendo al “caro Vladimir” qualcosa come: “Mio carissimo Vladimir, probabilmente a novembre vincerà McCain e la Casa Bianca, che già oggi ha preso una linea dura, la prenderà durissima. Noi italiani, che oggi facciamo sforzi di equilibrismo per mantenere i piedi in due staffe, l’amicizia con te e quella con l’America, potremmo per causa tua essere costretti a scegliere. Dio non voglia, mio delizioso amico, perché credimi: gli italiani liberi di cui sono il leader mi licenzierebbero in tronco se io fra la prima e più grande democrazia del mondo e la tua bullistica mezza dittatura, scegliessi te. Con tutto l’affetto e la simpatia, non potrei permettermelo”.

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