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domenica 31 agosto 2008

vita e morte

la morte è una brutta cosa, ma è anche naturale. Io credo che Dio non ci abbia creato per la morte ma per vivere ed essere felici. Ogni male lo accredito al peccato o male morale, e ai demoni creature pericolose e pervertite ma perdenti.

I sapienti, anche non cristiani, valutano il valore di un uomo dal modo in cui sa affrontare la morte.

Nel cristianesimo Cristo ha voluto morire per insegnarci a morire con coraggio e fiducia in una vita migliore, nella dimensione dell'eterna felicità con Dio e con gli altri.

La felicità terrena passa attraverso la capacità di confrontarsi con la sofferenza, attraverso cui ci si dispera o si impara ad amare senza egoismo, funzione si dice ascetica. E' chiaro che il masochismo però è una malattia mentale, un vizio pericoloso perchè l'uomo è nato per amare e per la felicità, ma a causa del peccato ora non può non soffrire (e non per colpa di Dio ma per colpa nostra e dei demoni di cui sopra...anche antiche religioni, oltre alla ragione umana confermano ciò).

Insomma una vera donna e un vero uomo devono pensare alla morte in modo positivo, come semplice passaggio per una vita ulteriore e migliore o come passaggio per l'inferno (vedi Dante Alighieri). La vita serve ad amare e a prepararsi ad amare anche e soprattutto nel difficile momento della morte, che essendo inevitabile, conviene affrontare subito.

Pensa alla preghiera cristiana "Santa Maria prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte".
I fanatici anticlericali, con cui pure sono in dialogo, non capiscono che il cristianesimo ha potenziato ciò che molti pagani già dicevano e dicono "gratia perficit naturam"

questo è il mio pensiero

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