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lunedì 5 maggio 2008

paure e tabù

L'uomo contemporaneo spesso vive nella paura. E' in fuga. Sfugge da se stesso e si deprime, si annoia. La sua anima è denutrita, le sue conoscenze sono evanescenti e confuse.

Paura di pensare, paura di vivere, paura di morire, paura di affrontare i temi più profondi e affascinanti della vita, del cosmo, dell'universo, delle galassie interiori ed esteriori, quelle del mondo fisico e astrofisico....

Ma la paura che più mi lascia perplesso è la paura della religione, la paura di riflettere su ciò che è divino, sul mistero che ci circonda...nascondendosi come gli struzzi, che nascondono la testa sotto terra, dietro strane PSEUDOSCIENZE ONNIPOTENTI, che spiegherebbero tutti i misteri della natura (?). La scienza pensa al posto dell'uomo ?

paura di assumere impegni, paura di vincolarsi a qualcosa o a qualcuno...

questo morboso attaccamento a noi stessi ci impedisce di vivere esperienze grandi, di vera libertà...una libertà comtemplata non serve a nulla, essa serve a scegliere la verità, a cercarla per poi vincolarsi. Paradosso: senza vincolo, senza cardine la porta è bloccata, non gira, la vita si ferma, ci sfugge e ci intristiamo inutilmente....CI VUOLE CORAGGIO

come quando uno ha paura di tuffarsi in acqua e mai apprezza il piacere di nuotare.

La perplessità nasce perchè il bello della vita, il succo di essa è legato proprio alla religione, al sacro...

è qui che la vita si riempie di vera vitalità, di senso e significato autentico;

allora si comprende la difficoltà nel muoversi in un campo così ampio e profondo, ma il disinteresse è segno di estremo degrado morale e psicofisico, è una pericolosa malattia dello spirito che si chiama accidia, pigrizia nelle cose spirituali.

Conviene combattere questa malattia perchè è come la sclerosi a placche, conduce all'inettitudine e alla morte spirituale, spesso anche a malattie psichiche e fisiche: tra i sapienti, tra i saggi, tra le sante e i santi troviamo gli uomini e le donne più vitali, allegri, amanti della vita, coraggiosi; al contrario tra gli accidiosi troviamo i deboli, i vigliacchi, gli egoisti, i lussuriosi, i meschini schiavi di cose stupide e materiali, che in poco tempo perderanno, gli adulatori di se stessi. Da queste ultime cose io cerco di rifuggire, come credo sia utile per chiunque.

Chi aspira ad essere un imbecille e imbelle? Nessuno credo. Allora l'uomo contemporaneo molte volte è strano...sembra istupidito, sarebbe bello farlo risvegliare per quanto possibile, risvegliarci prima che la morte fisica ci precluda le opportunità. Infatti, dopo la morte fisica ovviamente c'è la seconda e ultima vita, quella vera e definitiva, in una diversa dimensione. E' logico che l'anima sia immortale perchè essendo capace di autocoscienza e volontà libera, è atto di azioni immateriali quindi è spirituale e incorruttibile. Perciò quando il corpo si disfa con la morte detta corporale, l'anima, l'io spirituale, permane, perchè non è fatto di carne o aria, ma è di natura non materiale. Queste sono verità dimostrate con ragionamenti che si fondano sull'evidenza di cui ciascuno di noi è consapevole quando pensa, vuole, sceglie pur contro ciò che il cervello fisico comanda ai nostri nervi, tendini, muscoli o quello che sia. Quante volte capita che ho fame ma rinvio l'assunzione di alimenti perchè ho altro che voglio fare. L'istinto biologico è ben diverso dalla libera volontà. Ciò che voglio fare e faccio non sempre è ciò che sento di fare, altrimenti sarei come una pecora senza cervello, cioè senza libertà. Le pubblicità guidano oggi il nostro sentire...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuna considerazione per gli atei. Il solito pontificare dei religiosi che sanno cosè la "vera vita" Frasi come:"E' logico che l'anima sia immortale perchè essendo capace di autocoscienza e volontà libera, è atto di azioni immateriali quindi è spirituale e incorruttibile" anestetizzano il libero pensiero creando "vitelli d'oro" cui aggrapparsi per non emergere dalla vera mediocrità imposta dalla stessa definizione di divinità come "essere superiore".
L'imporre l'esistenza di dio con le solite prove ,onestamente di ben misera portata, è un errore che le grandi religioni monoteiste fanno da secoli. Intendiamoci, non voglio apparire intollerante verso le religioni, ma il sentirmi definire in quei modi solo perchè so che non c'è dio lo trovo ingiusto. Al mondo il 92% della gente crede in un dio definito. il 7,9 si dice agnostico o animista e solo lo 0.1% è, come me, ateo. Non mi sono mai tirato indietro di fronte ad alcuna conversazione e ad alcun ragionamento. Come ogni ateo la religione è, tra l'altro, sempre nella mia testa ( come il sesso del resto è sempre nella testa dei preti). Mi creda, il percorso che porta all'ateiso è enormemente faticoso e spirituale, per abbandonare le certezza che da la religione (vita eterna ecc.) ci vogliono una forza ed un coraggio che solo lo 0.1% dell'umanità può vantare. Mi si perdoni per la lungaggine e per i toni accesi del mio commento, ma la voce atea( e non laica) non è mai ascoltata, solo villipesa, sottovalutata e oltraggiata.
Andrea

rik ha detto...

Carissimo Andrea, ho grande stima di te e mi sembra che tu abbia un'ottima capacità dialettica.

In effetti non intendevo offendere gli atei nobili, cioè che non rifiutano di usare la ragione.

Nè si tratta di imporre alcunchè, un ragionamento dagli effetti alla causa è solo un ragionamento e non un'imposizione.

Poi se ti si impone l'evidenza, allora va accettata altrimenti non potremmo ragionare su nulla, senza evidenze dirette e poi indirette o mediate, come quella dell'esistenza di Dio, che è un'evidenza mediata e non immediata, mediata attraverso il ragionamento corretto.

Non noto però nelle tue argomentazioni alcuna critica rigorosa alle mie, parzialmente esposte. Infatti dire che le vie di cui ho parlato sono superate non è un'argomentazione logica, ma solo il tipico argomento d'autorità laicista: dato che Tizio, Marx, Nietzsche o chi per lui, ha dogmaticamente detto che le vie di Tommaso d'Aquino non reggono, allora esse non sono valide.

Se gli argomenti di Tommaso sono validi,non cadono certo solo perchè Kant o chi per lui lo ha detto. Anche perchè si dimostra al contrario che le argomentazioni Kantiane sono contraddittorie. Infatti Kant ammette la validità delle prove ma ritiene, erroneamente, che la causalità sia solo una categoria della mente...ma come lo sa? A causa del fatto che tutti la usiamo per fare scienza, e a causa dell'esperienza, quindi si contraddice perchè usa il principio che nega per negarlo..

tipico errore di petitio principii.

Se io dico che il coltello non taglia non posso tagliare col coltello perchè anzi ciò prova che il coltello taglia.

Entra pure nel merito così ti mostrerò la validità delle prove dell'esistenza di Dio.

saluti da Riccardo

e non avere paura di pensare e di capire, anche se dovessi ammettere di essere in difetto...

così faccio anch'io, ma certo non rinunciando a ragionare...

non è che forse il vitello d'oro è il tuo ateismo?

rik ha detto...

Complimenti per il tuo blog...è bello, devo curiosare un po' anche se sono imbranato coi blog e ho pochissimo tempo...

Como è bellissima...ho fatto lì il primo mese di militare nei bersaglieri...sempre a correre


saluti da Riccardo

rik ha detto...

La forza e il coraggio li uso per capire non per abbandonare qualcosa o qualcuno, finchè non ne comprendo la falsità...

ho trovato duemila prove che Dio esiste e nessuna che Dio non esiste, anzi il fatto che ci sia male e imperfezione prova che ci sia la perfezione altrimenti dire imperfetto non si può, perchè il perfetto è qualcosa che funziona, l'imperfetto è qualcosa di difettoso appunto.

Quindi l'imperfetto ha bisogno del perfetto, il perfetto (in assoluto) non ha bisogno di nulla, come Dio...

noi uomini abbiamo molti bisogni quindi siamo imperfetti in assoluto, anche se appartiene alla nostra natura in sè perfetta ma limitata quella di aver bisogno di aria di cibo di apprendere di crescere etc

saluti da Riccardo